понеділок, 22 листопада 2010 р.

testo cugino

testo cugino


Il Vangelo di Giacomo à uno dei scritto in probabilmente verso il 150, noto anche come Vangelo dell'Infanzia di Giacomo o soprattutto come Protovangelo di Giacomo . Tale titolo à stato coniato dall'umanista francese la primazia cronologica proto l'antecedenza cronologica degli eventi in esso narrati rispetto al materiale contenuto nei 4 la natura non propriamente evangelica del testo di Giacomo, che non descrive la vita e il ministero di . La tradizione cristiana ha accettato alcuni dei dati storici in esso contenuti, in particolare relativamente alla vita di e dei suoi genitori . Il testo si presenta come scritto da Giacomo a Gerusalemme 24,1 , suggerendo come autore morto nel 62 , fratello o cugino del Signore, primo vescovo di Gerusalemme, identificato dalla tradizione cattolica con figlio di Alfeo si veda la questione dei . sono tuttavia concordi nel ritenere tale attribuzione : stile e linguaggio del testo, come anche la carente conoscenza di usi civili e religiosi giudei, ne rendono impossibile la paternità a Giacomo, che la tradizione successiva vedere per esempio Eusebio di Cesarea, Storia Ecclesiastica, Volume I, capitoli I e II ha descritto come cristiano e giudeo fervente. La prima menzione del testo à da parte di 185-254 , che nel Commentario al Vangelo di Matteo probabilmente 246-248 , relativamente alla questione dei , accenna a un e a un Libro di Giacomo . Il Protovangelo inoltre fu successivamente tradotto in , , , , , , , . Questi presentano un carattere abbondantemente e gratuitamente miracolistico, che contrasta con la sobrietà dei 4 canonici, col fine di illustrare i dettagli relativi alla vita pre-ministeriale di altrimenti ignoti. Altri vangeli apocrifi dell'infanzia sono il , il basato su quelli di Giacomo e Tommaso , il cosiddetto . Maria cresce nel tempio, allevata come una colomba, e riceveva il cibo dalla mano di un angelo . A 12 anni il sommo sacerdote chiede indicazioni a Dio circa il futuro di Maria e gli risponde di radunare tutti i vedovi della Giudea. Una seconda levatrice incredula, Salomà , introduce un dito nella vagina di Maria per verificarne la verginità ma si ustiona la mano. Verosimilmente si trattava di due o tre, scindendo i cc.1-8 dai 9-16 tradizioni orali originariamente distinte accomunate dall'intento di dichiarare esplicitamente la purezza e la verginità di Maria, poi unite in fase redazionale. In tali opere, quando in particolare compie miracoli lo fa con una certa ritrosia, imponendo a volte di non divulgare il fatto, e sempre con l'intento di suscitare la fede nel suo insegnamento. 15 va probabilmente identificato con l' abbreviazione del nome maschile Anania che ricoprà la carica di sommo sacerdote tra il 6 e il 15 d.C. e che in seguito affiancò e diresse il genero nella stessa carica tra il 18 e 36 d.C., giocando un ruolo chiave nella condanna di Gesù. La levatrice Salomà , dapprima incredula poi credente, va probabilmente identificata con la discepola di Gesù presente durante la passione, moglie di Zebedeo e madre degli apostoli e . La crescita di Maria al , nel quale sarebbe vissuta tra i 3 e i 12 anni notare però l'incongruenza col c.12, che parla di 16 anni , implica un'usanza che non trova conferma in nessuna fonte storica ed appare inverosimile: la presenza di tale 'asilo' o 'collegio' all'interno dei locali del tempio, per quanto ristretto ed elitario, ne precluderebbe la somma ieraticità del luogo attribuitagli dagli Ebrei. Tale particolare, volto a sottolineare la santità di Maria dalla nascita, à accolto dalla tradizione ortodossa e può essere visto come il corrispettivo ortodosso del dogma cattolico della . Questa interpretazione verrà poi ripresa da nel passo summenzionato del Commentario al Vangelo di Matteo , e in seguito fatta propria fino ad oggi dalla tradizione della la tradizione della invece opta per l'interpretazione dei come cugini di primo grado, figli di Alfeo-Cleofa e Maria di Cleofa . Questo particolare non à presente nei vangeli e godette in seguito di un'ampia diffusione nelle raffigurazioni artistiche della natività , fino a molti degli attuali . Il Protovangelo di Giacomo detto anche Vangelo di Giacomo e Vangelo dell'Infanzia di Giacomo à un testo apocrifo scritto in Greco e datato intorno al 150 d.c. Tuttavia, gli storici sono scettici circa l'autore del Vangelo, vista la scarsa conoscenza degli usi civili e religiosi Giudei e datano questo testo intorno al II secolo. La tradizione ha accettato alcuni dati storici contenuti nel testo relativi alla vita di Maria e dei suoi genitori Anna e Gioacchino. Natività di Maria santa genitrice di Dio e gloriosissima madre di Gesù Cristo. Le sue offerte le faceva doppie, dicendo: Quanto per me à superfluo, sarà per tutto il popolo, e quanto à dovuto per la remissione dei miei peccati, sarà per il Signore, quale espiazione in mio favore . [3] Gioacchino ne restò fortemente rattristato e andò ai registri delle dodici tribù del popolo, dicendo: Voglio consultare i registri delle dodici tribù di Israele per vedere se sono io solo che non ho avuto posterità in Israele . Si ritirò nel deserto, vi piantò la tenda e digiunò quaranta giorni e quaranta notti, dicendo tra sà ;: Non scenderò n‚ per cibo, n‚ per bevanda, fino a quando il Signore non mi abbia visitato: la mia preghiera sarà per me cibo e bevanda . [1] Ma sua moglie innalzava due lamentazioni e si sfogava in due pianti, dicendo: Piangerò la mia vedovanza e piangerò la mia sterilità . Prendi invece questa fascia per il capo che mi ha dato la signora del lavoro: a me non à lecito cingerla perchà io sono serva e perchà ha un'impronta regale . [4] Si spogliò delle sue vesti di lutto, si lavò il capo, indossò le sue vesti di sposa e verso l'ora nona scese a passeggiare in giardino. Vedendo un alloro, si sedette ai suoi piedi e supplicò il Padrone, dicendo: O Dio dei nostri padri, benedicimi e ascolta la mia preghiera, come hai benedetto il ventre di Sara, dandole un figlio, Isacco . [1] Guardando fisso verso il cielo, vide, nell'alloro, un nido di passeri, e compose in se stessa una lamentazione, dicendo: Ahimà ! Anna rispose: Com'à vero che il Signore, mio Dio, vive, se io partorirò, si tratti di maschio o di femmina, l'offrirò in voto al Signore mio Dio, e lo servirà per tutti i giorni della sua vita . [3] Gioacchino scese, e mandò a chiamare i suoi pastori, dicendo: Portatemi qui dieci agnelli senza macchia e senza difetto: saranno per il Signore, mio Dio. Anna se ne stava sulla porta, e vedendo venire Gioacchino, gli corse incontro e gli si appese al collo, esclamando: Ora so che il Signore Iddio mi ha benedetta molto. Ecco, infatti, la vedova non più vedova, e la sterile concepirà nel ventre . [1] Il giorno seguente presentò le sue offerte, dicendo tra sà ;: Se il Signore Iddio mi à propizio, me lo indicherà la lamina del sacerdote . Quando questi salà sull'altare del Signore, Gioacchino non scorse in sà peccato alcuno, ed esclamò: Ora so che il Signore mi à propizio e mi ha rimesso tutti i peccati . In questo giorno , disse Anna, à stata magnificata l'anima mia , e pose la bambina a giacere. [1] La bambina si fortificava di giorno in giorno e, quando raggiunse l'eta di sei mesi, sua madre la pose per terra per provare se stava diritta. Ed essa, fatti sette passi, tornò in grembo a lei che la riprese, dicendo: Com'à vero che vive il Signore mio Dio, non camminerai su questa terra fino a quando non ti condurrò nel tempio del Signore . Cosà , nella camera sua fece un santuario e attraverso le sue mani non lasciava passare nulla di profano e di impuro. [2] Quando la bambina compà l'anno, Gioacchino fece un gran convito: invitò i sacerdoti, gli scribi, il consiglio degli anziani e tutto il popolo di Israele. Gioacchino presentò allora la bambina ai sacerdoti, i quali la benedissero, dicendo: O Dio dei nostri padri, benedici questa bambina e dà a lei un nome rinomato in eterno in tutte le generazioni . La presentò anche ai sommi sacerdoti, i quali la benedissero, dicendo: O Dio delle sublimità , guarda questa bambina e benedicila con l'ultima benedizione, quella che non ha altre dopo di sà . [3] Poi la madre la portò via nel santuario della sua camera, e le diede la poppa. Anna innalzò quindi un cantico al Signore Iddio, dicendo: Canterò un cantico al Signore, Dio mio, poichà mi ha visitato e ha tolto da me quello che per i miei nemici era un obbrobrio: il Signore, infatti, mi ha dato un frutto di giustizia, unico e molteplice dinanzi a lui. Giunta che fu l'età di due anni, Gioacchino disse a Anna: Per mantenere la promessa fatta, conduciamola al tempio del Signore, affinchà il Padrone non mandi contro di noi e la nostra offerta riesca sgradita . Anna rispose: Aspettiamo il terzo anno, affinchà la bambina non cerchi poi il padre e la madre . [2] Quando la bambina compà i tre anni, Gioacchino disse: Chiamate le figlie senza macchia degli Ebrei: ognuna prenda una fiaccola accesa e la tenga accesa affinchà la bambina non si volti indietro e il suo cuore non sia attratto fuori del tempio del Signore . Il sacerdote l'accolse e, baciatala, la benedisse esclamando: Il Signore ha magnificato il tuo nome in tutte le generazioni. [3] La fece poi sedere sul terzo gradino dell'altare, e il Signore Iddio la rivestà di grazia; Maria era allevata nel tempio del Signore come una colomba, e riceveva il vitto per mano di un angelo. Ognuno porti un bastone: sarà la moglie di colui che il Signore designerà per mezzo di un segno . Il sacerdote però rispose a Giuseppe: Temi il Signore tuo Dio, e ricorda che cosa ha fatto Dio a Datan, a Abiron e a Core, come si sia spaccata la terra e siano stati inghiottiti a causa della loro opposizione. Le introdussero poi nel tempio del Signore, e il sacerdote disse: Su, tirate a sorte chi filerà l'oro, l'amianto, il bisso, la seta, il giacinto, lo scarlatto e la porpora genuina . A Maria toccò la porpora genuina e lo scarlatto: li prese e se ne ritornò a casa sua. Tutta tremante se ne andò a casa, posò la brocca e, presa la porpora, si sedette sul suo scanno e filava. [2] Ed ecco un angelo del Signore si presentò dinanzi a lei, dicendo: Non temere, Maria, perchà hai trovato grazia davanti al Padrone di tutte le cose, e concepirai per la sua parola . [1] Lavorò la porpora e lo scarlatto, e li portò al sacerdote. E il sacerdote la benedisse, dicendo: Il Signore Iddio ha magnificato il tuo nome, Maria, e sarai benedetta in tutte le generazioni della terra . Udito che ebbe, Elisabetta gettò via lo scarlatto, corse alla porta e aprà : veduta Maria, la benedisse, dicendo: Donde a me questo dono, che venga da me la madre del mio Signore? Quando, infatti, Adamo era nell'ora della dossologia, venne il serpente, trovò Eva da sola e la sedusse: cosà à accaduto anche a me . [2] Giuseppe si alzò dal sacco, chiamò Maria e le disse: Prediletta da Dio, perchà hai fatto questo e ti sei dimenticata del Signore, tuo Dio? la denunzierei ai figli di Israele, ma temo che quello che à in lei provenga da un angelo, e in questo caso mi troverei a avere consegnato a giudizio di morte un sangue innocente. Giuseppe si levò dal sonno, glorificò il Dio di Israele che gli aveva concesso questo privilegio, e la custodà . [2] Se ne andò allora di corsa dal sacerdote e gli disse: Giuseppe, di cui tu sei garante, ha violato gravemente la legge . Ha carpito con frode le sue nozze, e non l'ha fatto sapere ai figli di Israele . Disse lo scriba Annas: Manda pure dei ministri, e troverai che la vergine à incinta I ministri andarono, trovarono come egli aveva detto, e la condussero via al tribunale con Giuseppe. Perchà hai avvilito la tua anima e ti sei dimenticata del Signore tuo Dio, tu che sei stata allevata nel santo dei santi e ricevevi il cibo dalla mano di un angelo, che hai udito gli inni sacri e hai danzato davanti a Lui? Ma essa pianse amaramente, dicendo: Come à vero che vive il Signore, mio Dio, io sono pura dinanzi a lui e non conosco uomo . Disse il sacerdote: Non dire falsità , dà la verità : hai carpito fraudolentemente le sue nozze e non l'hai fatto sapere ai figli di Israele; [2] E presala, il sacerdote la fece bere a Giuseppe e lo mandò verso la collina: e tornò poi sano e salvo. La fece bere anche a Maria e la mandò verso la collina: e tornò sana e salva. Giuseppe riprese Maria e tornò pieno di gioia a casa sua glorificando il Dio di Israele. Questo à il giorno del Signore, e il Signore farà secondo il suo beneplacito . [2] Sellò l'asino e vi fece sedere Maria: il figlio di lui tirava la bestia e Giuseppe li accompagnava. Maria rispose a Giuseppe: E' perchà vedo, con i miei occhi, due popoli: uno piange e fa cordoglio, l'altro à pieno di gioia e esulta . [1] Trovò quivi una grotta: ve la condusse, lasciò presso di lei i suoi figli e uscà a cercare una ostetrica ebrea nella regione di Betlemme. guardai verso la volta del cielo e la vidi ferma, e immobili gli uccelli del cielo; guardai sulla terra e vidi un vaso giacente e degli operai coricati con le mani nel vaso: ma quelli che masticavano non masticavano, quelli che prendevano su il cibo non l'alzavano dal vaso, quelli che lo stavano portando alla bocca non lo portavano; E lei proseguà : E chi à che partorisce nella grotta? La ostetrica disse: Oggi à stata magnificata l'anima mia, perchà i miei occhi hanno visto delle meraviglie e perchà à nata la salvezza per Israele . Poco dopo quella luce andò dileguandosi fino a che apparve il bambino: venne e prese la poppa di Maria, sua madre. Rispose Salome: Come à vero che vive il Signore, se non ci metto il dito e non esamino la sua natura, non crederò mai che una vergine abbia partorito . Salome mise il suo dito nella natura di lei, e mandò un grido, dicendo: Guai alla mia iniquità e alla mia incredulità , perchà ho tentato il Dio vivo ed ecco che ora la mia mano si stacca da me, bruciata . [2] E piegò le ginocchia davanti al Signore, dicendo: Dio dei miei padri, ricordati di me che sono stirpe di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Tu, Padrone, sai, infatti, che nel tuo nome io compivo le mie cure, e la mia ricompensa la ricevevo da te . Il Signore ti ha esaudito: accosta la tua mano al bambino e prendilo su, e te ne verrà salute e gioia . Andate e cercate , disse Erode e se troverete fatemelo sapere affinchà anch'io venga a adorarlo . Rispose loro: Io sono un pubblico ufficiale di Dio e dimoro costantemente nel tempio del Signore, non so dove sia mio figlio . Uno di loro si fece coraggio: entrò e vide presso l'altare del sangue coagulato e udà una voce che diceva: Zaccaria à stato ucciso! Lo vennero a sapere tutte le tribù del popolo, che lo piansero e fecero cordoglio per tre giorni e tre notti. [1] Alla morte di Erode, essendo sorto a Gerusalemme un trambusto, io Giacomo, che ho scritto questa storia, mi ritirai nel deserto, fino a quando cessò il trambusto a Gerusalemme, glorificando il Padrone Dio che mi ha concesso il dono e la saggezza per scrivere questa storia.
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